Pubblicato il: 02-01-2023
L'origine del personaggio folkloristico della Befana si perde nella notte dei tempi, legata al culto arboreo e ai riti di fertilità propiziatori di origine pagana, entrambi nati dall'osservazione del ciclo naturale delle stagioni del mondo agricolo in cui l'anno da poco trascorso è pronto ad accogliere una nuova vita. Come ricorda una delle numerose varianti di quella che può essere considerata la più celebre tra le filastrocche della tradizione italiana, l'anziana signora che “vien di notte con le scarpe tutte rotte e il cappello alla romana” con la sua scopa purifica le abitazioni nelle quali accede attraverso il camino e ripone doni e delizie nella calza che i bimbi buoni appendono per casa, carbone ai più avvezzi alle marachelle e ai capricci. È in questo materiale e risorsa che il simbolismo del fuoco sacro rituale è racchiuso, quando l'indumento ricorda il mitologico corno dell'abbondanza in mano alla dea Fortuna e ai Lari, spiriti protettori degli antenati defunti a protezione della famiglia. Non di rado la Befana viene erroneamente associata alla “striga”, figura che già compare nel I secolo d.C. nel “Satyricon” di Petronio Arbitro, scrittore e politico romano, nella “Novella delle streghe” e in altra documentazione letteraria greca come donna dedita al maleficio capace di volare nelle vesti di una vecchia, povera e brutta.